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Dallas Buyers Club: un film che vi entrerà dentro

30 Gennaio 2014
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Se state seguendo, da bravi cine dipendenti, la stagione degli awards 2014, avrete sentito nominare ormai fino allo sfinimento Dallas Buyers Club. Sulla bocca di tutti ormai grazie ai due attori protagonisti: Jared Leto e Matthew McConaughey che stanno facendo incetta di awards.

Una cosa che mi ha sorpreso, in questi giorni, è stato apprendere che entrambi gli attori sono vittime di molti pregiudizi. Il primo perché ritenuto principalmente un cantante – falso, perché Jared Leto ha sempre portato avanti le due carriere in modo parallelo – il secondo a causa della sua filmografia passata, piena di commedie romantiche o film poco impegnati. Ecco, per togliersi qualsiasi dubbio in proposito consiglio di vedere Dallas Buyers Club.

Dallas Buyers Club e la piaga dell’HIV

E’ impossibile, infatti, parlare di questo film senza partire dalla straordinaria interpretazione dei due attori protagonisti. Matthew McConaughey per questo film ha letteralmente cambiato stile vita, dimagrendo 20 kg e acquistando una fragilità fisica che gli ha permesso di interpretare Ron Woodroof nel modo più realistico possibile.

Siamo negli anni ottanta, in piena disinformazione, l’ HIV è ancora ritenuto, a torto, il “cancro degli omosessuali” e Ron, eterosessuale, scopre di essere malato quando già le sue condizioni sono molto gravi, tanto che la prognosi dei dottori non è per niente rincuorante: solo trenta giorni lo dividono dalla morte.

Da qui il film è scandito segnalandoci il tempo che passa, definendo così anche la narrazione in una sorta di capitoli, superata la fase del rifiuto e della negazione, Ron si documenta e inizia il suo viaggio per sopravvivere. Ron, infatti, si scontra contro i poteri forti delle aziende farmaceutiche che costruivano un business “spingendo” farmaci inadatti ed escludendo invece cure alternative molto più efficaci.

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Un cast d’eccezione

Ron è costretto a oltrepassare il confine per procurarsi le cure più idonee, quelle che non tentavano di sconfiggere il virus ma che curavano i gravi e invalidanti sintomi. Nasce così il Dallas Buyers Club, una società che tenta di curare le persona affette dall’HIV con un approccio diverso da quello consentito dallo stato americano. A fare da spalla al superlativo Matthew McConaughey c’è un commovente Jared Leto nelle vesti di una giovane transessuale. Rayon, malato di HIV, è più fragile di Ron sia perché essere transessuale nell’85 in Texas non era certo una passeggiata sia per la sua dipendenza da cocaina che gli impedisce di beneficiare a pieno delle cure alternative. Grazie alla vicinanza con Rayon e alla lotta intrapresa per vivere, sfidando lo Stato, Ron cambia.

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Il cuore del film sta proprio qui, nell’evoluzione di Ron che a causa della sua malattia è costretto a uscire dalla sua confort zone, fatta di rodei, alcol e sesso occasionale. Grazie alla malattia e alla vicinanza, oltre che a Rayon anche alla dottoressa Saks interpretata da un’intensa Jennifer Graner, persone che non avrebbero mai scelto nella sua vita prima della malattia. Ron comprende il valore della vita acquistando anche un nuovo punto di vista.

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Dallas Buyers Club, un film realistico e onesto

Jean-Marc Vallée costruisce un film realistico e accurato, ma soprattutto onesto perché non cerca la lacrima facile dello spettatore a tutti i costi, ma la ottiene in modo naturale, riuscendo a farci empatizzare con la disperazione dei protagonisti che supera le barriere dello schermo e si trasferisce nello spettatore. Quando avviene questo, il film diventa qualcosa di più d’intrattenimento, a mio avviso: diventa crescita personale, diventa arte. Dallas Buyers Club è, quindi, oltre all’interpretazione del cast, un bel film, perché affronta una tematica importante con serietà e intelligenza non evitando una sottolineatura polemica sul rapporto di convenienza costruito tra il governo e l’establishment medico che ha portato molte persone a metà anni 80 a venire curate con medicinali non idonei ma economicamente più vantaggiosi per i poteri in campo.

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