Metti una domenica pomeriggio in cui la noia prende il sopravventato: sei stanca, ti vuoi rilassare, ma le scatole del cambio stagione incombono su di te. L’unico modo per non dover passare una domenica pomeriggio a piegare abiti e a prendere coscienza che il guardaroba estivo è tutto da rifare, è decidere di uscire e fare un po’ la turista a Roma.
La metà è stata subito chiara: Chiostro del bramante, mostra dei I Macchiaioli – Le collezioni svelate. Vedevo la pubblicità ovunque da mesi e questa domenica è stata quella giusta per decidermi di andare a vederla.
Il Chiostro del Bramante te lo trovi davanti, passando per piazza Navona, così all’improvviso e la prima impressione è quella d’immensa pace, non si sentono rumori di traffico e per mia fortuna è anche poco frequentato; i turisti hanno scelto altre mete. Io che ho sempre paura di muovermi verso il centro nel fine settimana, vengo subito smentita.
La mia visita è organizzata con la guida; quando vado alle mostre, anche quando conosco bene il pittore in questione, preferisco affidarmi a una guida audio o fisica; ritengo che si apprezzi veramente molto di più della visita e si esca arricchiti. Nel caso dei I Macchioli Le collezioni svelate, credo che sia proprio indispensabile.
L’allestimento, infatti, non è strutturato sui pittori esposti, ma sui grandi collezionisti; i tre livelli del chiostro sono stati divisi in nove sezioni, ognuna dedicata ai collezionisti dei quadri esposti: Cristiano Banti, Diego Martelli, Rinaldo Carnielo, Edoardo Bruno, Gustavo Sforni, Mario Galli, Enrico Checcucci, Camillo Giussani, Mario Borgiotti.
La collezione esposta è unica e rara, alcuni dipinti sono esposti per la prima volta e forse l’ultima, poiché appartenenti a collezioni private. Sono presenti le opere, tra gli altri, di:Cristiano Banti,Federico Zandomeneghi,Odoardo Borrani,Oscar Ghiglia, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Giovanni Fattori
Visitando questo percorso, è possibile oltre che scoprire dei capolavori dell’ottocento italiano, notoriamente messo in ombra da quello francese, comprendere il contesto storico dell’epoca e l’importanza dei mecenati; di appassionati all’arte e alla bellezza che hanno raccolto, acquistato e prima, in alcuni casi, sovvenzionato i pittori permettendogli di vivere con la propria arte.
Chiaro esempio di questo amore per l’arte è il recupero di Il Ponte Vecchio a Firenze (1879) di Telemaco Signorini recuperato sul mercato inglese da Borgiotti, che sfidò la paura di volare per raggiungere l’Inghilterra e acquistare il quadro. Punta di diamante e pezzo più pregiato della collezione esposta a Roma che non a caso chiude la mostra.
Personalmente sono rimasta stregata dalle “macchie di colore” di Borrani; che con le Cucitrici di camice rosse mi ha rapito totalmente; sono rimasta davanti al quadro per un tempo indefinito. Il potere di quest’opera, la sua intimata ci rimandano a un contesto storico che siamo soliti vedere rappresentato in altro modo.
Stesso effetto lo ha suscitato, Raffello Senesi Pastura in montagna. Un olio su tela che comunica una grande serenità e tranquillità, per la precisione del tratto e la vividezza dei colori, da lontano sembra uno scatto fotografico.
Il percorso è affascinante, interessante e non posso non consigliarvelo, farsi scappare questa occasione, soprattutto se abitate a Roma o dintorni, sarebbe un gran peccato.. I Macchioli – le collezioni svelate resterà al chiostro del bramante fino al 4 settembre, avete tempo quindi.
No Comments