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Ti consiglio un Pilot: Vikings – 1.01 – Rites of passage

8 Marzo 2013
Vikings

 

Scandinavia VIII secolo. E’ qui che ci catapulta la nuova serie di History Channel che si propone di narrare le vicende dei Vichinghi. Guerrieri originari della Scandinavia e della Danimarca che tra l’VIII e il XI secolo saccheggiarono e conquistarono le coste dell’Europa. Non sono un’esperta del periodo storico in questione né tanto meno dei Vichinghi, ma è molto chiaro sin dalle prime scene dell’episodio pilota di Vikings la cura quasi maniacale, ma mai manualistica dedicata alla ricostruzione storica, culturale e sociale, quest’attenzione rende molto più semplice direi naturale allo spettatore entrare nella storia raccontata.

I primi minuti sono in lingua norrena, particolarità che mi ha elettrizzato e che ha reso molto realistica l’introduzione nel contesto culturale. La pronuncia inglese resta comunque nordica in quasi tutti i personaggi, nel proseguimento dell’episodio che, dal mio punto di vista, fa guadagnare veramente dei punti in realismo. Il ritmo è dilatato soprattutto nella prima parte, ma all’economia della storia questo non pesa troppo, sembra, infatti, quasi seguire un ritmo della natura circostante. La fotografia è uno dei punti di forza dello show, ma con quella location sinceramente sarebbe stato strano il contrario. Vivida negli esterni, dove esalta le ambientazioni, più cupa nelle scene interne come a voler porre l’accento sulla crudezza del modo di vivere.

Di cosa parla Vikings?

Vikings narra le vicende di Ragnar Lothbrok, guerriero vickingo e agricoltore con una voglia quasi ossessiva di cambiare la propria posizione e migliorarla per quanto possibile. La sua ambizione lo mette in contrasto con il capo locale Earl Haraldson, interpretato da un convincete Gabriel Byrne che insiste a mandare i suoi predoni a saccheggiare le solite coste povere dell’est, piuttosto che esplorare l’ovest. E’ proprio il sogno di Ragnar quello di esplorare l’ovest e nonostante l’avvertimento di Earl a non sfidarlo ancora, si affida a Floki che per la cronaca è Gustaf Skarsgård fratello del noto Alexander e figlio del più noto Stellan Skarsgård, per costruire una nuova generazione di navi in grado di navigare nel mare del Nord. La guerra sembra annunciata.

Floki, come fa notare il figlio di Ragnar, ha un nome simile a Loki il dio che nei fumetti della Marvel è figlio adottivo di Odino ma nella mitologia è un semplice compagno di Odino e del figlio Thor, in due scene dell’episodio, in apertura e quasi in chiusura Ragnar ha una visione proprio di Odino. La divinità principale della mitologia e religione germaniche del periodo, Odino è il più antico degli dei e come tale conosce il destino degli uomini. La spiritualità che tratteggia la figura di Ragnar grazie anche a queste visioni che lui interpreta come segni positivi, ci sono ancora più utili per comprendere a pieno il protagonista della serie, un’idealista e un visionario che considera la conquista dell’ovest quasi una vocazione.

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Vikings è anche un family drama

Vikings però è anche una storia di famiglia, conosciamo, infatti, nel corso dei quaranta minuti del pilot, l’amore nutrito da Ragnar per la moglie Lagertha, una donna guerriera amata anche dal fratello di Ragnar, Rollo, situazione che presumibilmente li metterà in contrasto. Assistiamo all’iniziazione del figlio di Ragnar nella società vikinga che ci permette di essere spettatori in prima linea dell’esercizio del potere del capo e delle usanze culturali e religiose della popolazione.

Da sottolineare anche un sogno, presumibilmente un ricordo di Earl Haraldson, in cui vede i propri figli fatti a pezzi in una fossa dei quali sicuramente sapremo qualcosa nei prossimi episodi, è soprattutto in questi momenti ma in generale in tutto il pilot si respira l’aria di Game of Thrones questo è anche il motivo, non lo nego, per cui ho deciso di approcciarmi al pilot di questa serie e presumo sia anche in parte la carta su cui ha giocato History Channel per promuovere il nuovo show.

L‘episodio pilota è molto solido e porta a termine egregiamente il suo compito, quello cioè di incuriosire per continuare la visione della serie. I personaggi sono, infatti, ben imbastiti e gli attori in generale tutti credibili, la storia è stata ben introdotta, preparandoci alle lotte e agli ostacoli che Ragnar dovrà superare da qui alla durata della stagione.

 

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